Per sette ore assediato Palazzo Moroni per dire no alla svendita dei beni comuni e dei servizi, a tarda notte anche a Trieste si vota per la fusione
Sette ore di mobilitazione intensa dentro e fuori il Consiglio Comunale hanno segnato la votazione sulla fusione di Acegas Aps con Hera.
Dentro il Consiglio comunale decine di cittadini ed attivisti dei comitati hanno contestato, facendo sospendere il Consiglio comunale, prima al momento della decisione di bocciare la sospensiva della votazione, presentata dalla consigliera comunale di Rifondazione Daniele Ruffini e poi al grido di “vergogna” durante l’intervento del sindaco Zanonato prima delle dichiarazioni di voto volte a ratificare la fusione.
Fuori un presidio rumoroso e determinato, animato dal Centro Sociale Pedro, nonostante una carica della polizia, ha continuato a circondare Palazzo Moroni accompagnando con petardi e botti le dichiarazioni di voto a favore della fusione.
“Inaccettabile e vergognoso ” è stato definito dai manifestanti l’atteggiamento dell’IDV, presente in città con tre consiglieri e due assessori (compreso l’Assessorato alla Partecipazione .. sic!!), che prima si è astenuta sulla richiesta di sospensione della votazione per aprire un percorso di consultazione della città e poi ha votato a favore della fusione convinto dalle “rassicurazioni” del sindaco. Stesso giudizio nei confronti di SEL, presente nell’amministrazione con una consigliera e un assessore (all’ambiente .. doppio sic!!), che ugualmente si è astenuta sulla mozione di sospensione e poi a votato a favore “per non minare la maggioranza”.
Due partiti che, ad un anno di distanza dai referendum, hanno appoggiato con il loro voto una fusione che va esattamente nel senso opposto: quello dell’asservimento della gestione dei servizi alle logiche di mercato e della privatizzazione strisciante tanto cara al PD.
Il tutto accompagnato dall’accettazione totale dell’assoluta mancanza di coinvolgimento della città nella discussione di questa scelta che dimostra quanto la democrazia e la “partecipazione” siano solo parole vuote da gestire nelle enunciazioni e non un percorso concreto da costruire.
La fusione è passata con 23 voti a favore e 15 contrari (tra cui Daniela Ruffini di Rifondazione, l’unica del centro sinistra) e un astenuto (pare Pisani del Pd) in un’aula ormai deserta, dopo che la contestazione aveva portato alla sospensione della seduta.
Come dicevano i manifestanti alla conclusione della lunga serata ” .. in città nessuno potrà dimenticare chi ha dato l’avallo, per i propri interessi di grandi e piccoli poteri e privilegi, ad una decisione imposta ad un intera comunità. Chi si è opposto ha dimostrato coerenza tra parole e fatti, cosa che non vale certo per chi ha scelto di piegarsi ad una inacettabile operazione in linea con la mercato, borse ed interessi clientelari”.
Vilma Mazza
https://www.globalproject.info/public/resources/pdf/Volantino_no_fusione_Hera.pdf